Quando si decide di compiere il passo di rivolgersi ad uno psicologo o ad uno psicologo psicoterapeuta, le domande su come orientarsi possono essere moltissime, specialmente se non si sa a chi chiedere informazioni su come muoversi. È certamente un mondo nebuloso per i non addetti ai lavori. Ad esempio può non essere chiara la differenza tra psicologo e psicologo psicoterapeuta (clicca qui per saperne di più). Inoltre, anche ammesso di aver ricevuto da persone fidate un riferimento specifico, può non essere facile sapere di preciso che cosa aspettarsi. Naturalmente si può dire, e a buon diritto, che è legittimo aspettarsi intanto serietà e preparazione a livello curricolare. In questo senso è utile tenere a mente che, anche quando si sa di andare sul sicuro, è sempre possibile verificare l'iscrizione del professionista all'albo di appartenenza. Per quanto riguarda il Piemonte, potete cliccare qui per arrivare alla pagina da consultare per gli iscritti all’Ordine degli Psicologi del Piemonte. Se il nominativo ricercato non dovesse comparire, potreste cercarlo sul sito del CNOP, ovvero Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi a questa pagina. È possibile, infatti, che il terapeuta in questione, pur esercitando ad esempio in Piemonte, si sia iscritto a suo tempo all'albo di un'altra regione. L’albo nazionale del CNOP include i nominativi di tutti gli iscritti dei vari ordini regionali. Questa prima verifica è già estremamente importante perché in caso di esito positivo fornisce alcune importanti garanzie. L’effettiva iscrizione ad un ordine professionale indica che quel professionista ha conseguito l'abilitazione all'esercizio della professione. Quest’ultima si ottiene dopo aver superato un esame di Stato e all’esame di Stato si accede solo dopo avere completato un tirocinio e a sua volta il tirocinio è inestricabilmente legato ad una laurea. A seconda dell'anno di immatricolazione, presso l’Università degli studi di Torino, i tirocini seguono regole diverse. Se volete, potete trovare maggiori informazioni a questa pagina.
A parte questo, però, cos’altro bisognerebbe cercare in uno psicologo o uno psicologo psicoterapeuta? Proverò ad essere sintetico e, senza la pretesa di essere esaustivo, mi limiterò a cinque aspetti importanti.
Direi che senza dubbio la persona dovrebbe darvi in termini generali sensazioni positive. Che si tratti di sostegno psicologico o di psicoterapia, è estremamente importante avere la sensazione di essere a proprio agio con la persona che vi riceve. Non dovreste sentirvi, come si dice, in soggezione. Certo, si tratta di un incontro con una persona del tutto nuova e, come per tutti gli altri incontri, anche l'incontro con un terapeuta riserva tutte le incognite del caso. Inoltre è perfettamente normale che primo acchito non sia subito possibile collocare con precisione tutte le sensazioni che si hanno. Nei primi istanti del primo incontro, e anche nei primi minuti, si viene raggiunti da una sorta di bombardamento di informazioni di vario tipo, informazioni che riguardano ad esempio il viso e la corporatura della persona che ci sta ricevendo, ma anche il suo modo di muoversi, il suo tono di voce, l'ambiente in cui ci riceve. C'è sicuramente bisogno di un certo tempo per lasciare depositare le sensazioni e questo può avvenire anche dopo la fine del primo incontro, ma certamente c’è un primo “annusarsi” reciproco che non richiede poi moltissimo tempo. Se le cose sono andate bene, alla fine del primo incontro si esce con un “sentire” positivo. Idealmente dovremmo trovarci a pensare: “Come mi sono trovato bene”. Le sensazioni positive di cui abbiamo appena parlato, però, potrebbero apparire come qualcosa di sfuggente, potrebbero apparire come sospese nel vuoto. L’obiezione, infatti, potrebbe essere: “Bene, ma a che cosa si dovrebbero appoggiare queste sensazioni positive?”.
Ecco che arriviamo qui ad un altro aspetto da tenere sicuramente in considerazione, ovvero quello che riguarda l'ascolto. In altre parole è
fondamentale avere la sensazione di essere stati ascoltati per davvero e senza giudizio. Ma da che cosa si può rilevare la qualità di questo ascolto? Si può rilevare certamente dall'attenzione che la persona sembra prestare a noi quando le parliamo, ma anche e soprattutto dalle parole che usa e da quello che ci trasmette quando ascoltiamo quello che ci dice dopo averci ascoltati. Questo si collega in maniera
inscindibile ad altro punto di fondamentale importanza. Dovremmo ritrovarci nelle sue parole. In quello che ci restituisce con le sue parole dovremmo percepire nitidamente che ciò che gli abbiamo detto si è depositato in lui ed è stato colto nella sua sostanza in maniera accurata. Questo è ciò che ci fa sentire nella mente dell’altro. Per alcune persone è un'esperienza profondamente toccante, in qualche caso addirittura totalmente nuova. Scalda il cuore. Fa sentire di aver trovato un luogo, una casa in cui si viene accolti, in cui quello che ci sta a cuore produce un pensiero nell’altro, pensiero che ci viene restituito e che testimonia i processi mentali che si sono mossi nell'altro che ci ha ascoltati. Tutto questo è essere ascoltati e accolti. Accolti ovviamente in senso profondo, non solo accolti fisicamente in una stanza fatta di pareti e di arredi di un certo tipo.
Aggiungerei da ultimo due importanti aspetti da cercare e a cui prestare attenzione. Una di queste è la sensazione che la persona che ci ha ascoltati abbia padronanza dei ferri del mestiere e ci trasmetta sicurezza in quello che fa nel suo ruolo, che non appaia per così dire
disorientata. Che abbia in mente la rotta, che conosca il “come si fa”. L’ultima, ma non meno importante, qualità da ricercare in un professionista è l’umiltà. Unita alla serietà e ad una profonda capacità di ascolto, l'umiltà è calore umano, segno di alto rispetto nei confronti dell'altro, di sana consapevolezza dei limiti della comprensione, consapevolezza della complessità del compito, apertura alla ricerca costante della migliore sintonizzazione possibile con la persona che chiede aiuto, ma anche fiducia nello strumento analitico, fiducia nel fatto che anche ciò che in un dato momento appare caotico e nebuloso potrà chiarirsi con il tempo. La stessa fiducia che con il tempo la persona che ha chiesto aiuto potrà fare sua, potendone fare uso all'occorrenza nel corso della vita anche magari a distanza di molti anni dalla fine del percorso.